
PARLARE DI ADOZIONE AI BAMBINI NON ADOTTATI E AI LORO GENITORI
Mi capita spesso di parlare di adozione con genitori e figli biologici e sento la curiosità e l'imbarazzo che ancora circonda il tema adozione, come se fosse un elemento interessante ma pericoloso, insomma da maneggiare con cura.
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Nella scuola dell'infanzia può capitare di sentire questa domanda: “Perché quel bambino ha la pelle scura e i suoi genitori no?” posta con la curiosità e la trasparenza dei bambini.
Qualche volta i genitori sono in difficoltà nel rispondere. I genitori adottivi su questo tema si preparano per tanto tanto tempo, ma le domande risultano sempre difficili.
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Una cosa per i bambini, inizia a essere certa: non nascono sotto i cavoli, non li porta la cicogna, finalmente hanno la certezza di non essere né un’ape né un fiore. Non è chiarissimo ancora come, ma vengono fuori dalla pancia.
Ma allora come mai in alcune famiglie i bambini hanno un colore diverso dalla mamma e dal papà? Cosa è successo nella pancia della mamma?
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Nell'esplorazione del mondo e della diversità in cui accompagniamo i nostri cuccioli, ci sono anche i modi in cui si diventa genitori. Sicuramente tutti i bambini nascono dall'amore di una mamma e di un papà, ma possono arrivare in modi diversi in famiglia. Oggi conosciamo tanti modi di diventare famiglia con figli, ognuno racconta una storia bellissima e spesso complicata di fronte alla quali i bambini si pongono tante domande. “Come si nasce? Come si diventa figli?”
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Alle domande sulla nascita e con tutti i sudori freddi del caso, più o meno riusciamo a dare una risposta, ci prepariamo come per un esame e poi spesso mandiamo volontario qualcun altro.
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Come si diventa figli è un interrogativo più difficile, evidente soprattutto quando i figli sono un pò diversi dai genitori e allora le teorie sul mondo e sul nascere dei bambini vengono messe in discussione e loro giustamente ricominciano con le domande.
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Qualche figlio arriva in famiglia direttamente dalla pancia della mamma, qualcun altro da un altro posto e magari dopo essere cresciuto un po’.
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“Ma allora dov’è la sua vera mamma?”. I bambini chiedono con semplicità, come mai una mamma smette di fare la mamma e forse hanno paura che capiti anche a loro, proprio adesso che iniziano a vedersi un po’ autonomi e distanti dai genitori… cioè sanno mettersi le scarpe e impegnandosi sanno anche allacciarsi la giacca.
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Queste domande a volte possono mettere in imbarazzo, soprattutto quando vengono rivolte proprio in occasione di conoscenza con famiglie multicolor, o con storie intrecciate non solo con i fili della biologia e della genetica ma con i fili dei sentimenti.
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Sono domande che come al solito mettono a nudo, a confrontarsi con le cose politicamente corrette da dire e con quello che si sente veramente nella pancia e nel cuore. A volte si fa fatica a raccontare che un bambino è rimasto senza genitori e quindi c’è stato bisogno di cercarne altri due per lui, si vorrebbe proteggere i bambini dal dolore che si può immaginare dietro quelle storie, per non spaventarli o perché si fa fatica a credere che il lieto fine delle adozioni sia veramente un lieto fine.
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E ancora una volta l’accompagnamento non è facile. Le “vere” mamme e i “veri” papà sono quelli che preparano la colazione, che vestono i bambini, li accompagnano a scuola, giocano con loro,quando perdono la pazienza li sgridano e non sempre sono le stesse persone che li hanno fatti nascere. Ci sono dei papà e delle mamme che non hanno potuto diventare “veri” genitori, perché non erano capaci e nessuno lo ha insegnato loro, allora c’è stato bisogno di una mamma e un papà che siano stati capaci invece di andare fino in cima al mondo per conoscere il proprio bambino e che sanno che sono uguali a lui anche quando lui è biondo e loro hanno i capelli neri, oppure lui è marroncino e loro sono bianchicci.
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“Ma come fa a sapere che è veramente figlio suo? Non gli somiglia neanche un po’!” la chiarezza dei bambini spesso è sconvolgente, il bianco è bianco e il nero è nero ( parlo dei colori, non della pelle) e se uno non è nato dalla sua mamma come fa a essere suo figlio?
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A questa domanda non ci sono tante parole per rispondere, più che altro valgono i fatti. L’amore delle mamme e dei papà è quello che fa sentire al sicuro, protetti e invincibili e non ha bisogno della biologia e della genetica, ha bisogno “solo” di voglia di imparare, di esserci, di comprendere lo gnometto che si ha davanti, così bene da capire con un’occhiata se sta bene dentro e fuori. E questo vale proprio per tutti i genitori e mette al sicuro tutti i figli.
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