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NONNI ADOTTIVI IN ATTESA 1^ parte

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Da tanto tempo accompagno come psicologa consulente di Enti Autorizzati, le coppie nel percorso del diventare famiglie, e sempre più spesso parlando con i futuri genitori mi capita di chiedere in che modo le famiglie allargate si preparano ad accogliere un nipote che viene da lontano.

I racconti che arrivano allora sono tanti: ci sono futuri nonni, che chiedono ogni giorno a che punto sono le pratiche, altri che si tengono più distanti ma sempre comunque presenti, infine a volte le coppie ci raccontano di silenzi da parte dei futuri nonni, che vorrebbero fare tante domande ma hanno paura di dire le cose sbagliate o sembrare invadenti.

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E' stato importante allora dare spazio alle domande e alle riflessioni dei futuri nonni, avvicinandoli ai temi che i loro figli incontrano tanto spesso nei corsi di formazione e negli incontri di gruppo.

Nell'incontro con i nonni sono centrali due temi: l’attesa della famiglia e del bambino, l’arrivo in famiglia e la creazione dei legami.

I futuri nonni si sono addentrati nel percorso adottivo, non solo dal punto di vista della produzione di documenti da inviare in questo o quel Paese, ma soprattutto riflettendo sui cambiamenti che il concetto di adozione ha avuto negli anni: non più il diritto di una famiglia ad avere un bambino bensì quello di un bambino di avere una famiglia.

Si spiegano allora in parte le attese lunghe prima di diventare genitori e nonni: tutti i documenti, le relazioni psicologiche e sociali servono al Paese straniero per conoscere la coppia ed il contesto familiare e sociale in cui crescerà il bambino e sapere per quale bambino quelle due persone potranno essere i genitori giusti.

Certo questo concetto tanto facile nella teoria si scontra con il dolore ed il desiderio di diventare genitori e nonni il prima possibile, donare amore, tenerezza e affetto a bambini che hanno già sperimentato quanto il mondo possa essere triste e spaventoso. 

È stato importante però condividere anche questo pezzetto di percorso dell’adozione anche con i futuri nonni, perché il rispetto per le scelte e gli apparati burocratici dei Paesi esteri e quindi più in generale per il Paese di adozione possa partire non solo dai futuri genitori ma anche da tutta la famiglia allargata.

Il viaggio metaforico dei nonni li ha portati a confrontarsi con l’attesa dei bambini: dove vivono questi bambini prima di arrivare qui? Chi si è preso cura di loro? Che abitudini hanno? In queste domande relative alla quotidianità c'è il desiderio di entrare nella vita dei bambini che diventeranno i loro nipoti, conoscendo gli ambienti di vita nei diversi Paesi, dove vivono i bambini che diventeranno parte delle famiglie italiane.

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Parlare degli istituti dei Paesi dell'Est o sudamericani, piuttosto che delle famiglie affidatarie in altri Paesi permette ai nonni di calare un po’ più nel concreto l’immagine di questo bambino, che non arriverà con la cicogna ma su un “aereo che sorpassa le cicogne”. Confrontarsi con la realtà di vita quotidiana dei bambini significa anche a iniziare a pensare a quanto sarà diverso questo nipote rispetto a come ogni nonno se lo immagina: non sarà solo bisognoso di affetto e cure, ma anche di rispetto per le sue abitudini precedenti, comprensione per ciò che non sa fare perché non gli è stato insegnato, iniziare a pensare che non si può dare niente per scontato.

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