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Ciò che Madeleine  vorrebbe che tu sapessi sull’adozione …

 

Premessa:

Io sono solo una persona che parla della propria esperienza. Gli adottati sono esseri viventi e per questo le loro esperienze e sentimenti variano dal bianco al nero attraverso tutte le sfumature di grigio. …  

Quand'ero bambina ho vissuto in auto. La mia mamma di pancia un giorno mi ha lasciata e non è più tornata. Sono stata adottata quand'ero ancora abbastanza piccola ma quel periodo lo ricordo bene.

L’adozione mi ha fatta diventare parte di una famiglia.

Vedo le facce delle persone con un grande punto interrogativo stampato in fronte, le vedo quando notano una famiglie che è palesemente nata attraverso l’adozione.

 

Negli anni mi sono state fatto molte domane sulla mia storia adottiva e, nel caso ti stessi domandando perché ho sempre condiviso con le persone, sin da quando ero molto piccola, la mia esperienze ecco la risposta … volevo che la gente sapesse cosa penso IO dell’adozione e credo che raccontandomi darò la possibilità, a chi mi ascolta, di non fare supposizioni (la mente viaggia quando non ha risposte) vorrei far capire meglio il punto di vista di tutte le parti “chiamate in causa”. Ecco, allora, ciò che vorrei tu sapessi di ME, dalla mia storia e le MIE risposte a quelle domande e a quegli incisi che mi sono stati posti per una vita.

 

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Mi hanno spesso domandato com'è stata la mia vita in comunità (e non si chiamano più orfanotrofi da molto tempo) e ho come la sensazione che l’idea comune sia che tutti i bambini ne escano traumatizzati come si vede nei film!

 

In comunità io ci sono stata per un po’. I bambini in comunità sono BAMBINI. Non sono “oggetti danneggiati”. Sono bambini che hanno subito disagi che noi a volte non possiamo nemmeno immaginare. Bambini che meritano di essere al sicuro e di essere amati.

 

Com’è la loro vita all’interno delle comunità non dipende dai bambini ma dalle comunità. Voglio sperare che molte siano come quella in cui ho vissuto io, un ambiente accogliente e famigliare con regole e momenti di svago com’è giusto che sia. Ciò che mi preoccupa di più però è il tempo che questi bambini passano in comunità.

Credo che sia giusto ci sia un luogo di transizione tra la famiglia biologica e la famiglia adottiva, il periodo passato in comunità aiuta a creare un giusto passaggio ed a trovare la giusta distanza, il problema nasce quando questo periodo si dilata eccessivamente. Ci sono migliaia di bambini che arrivano ai 18 anni ancora senza nessuno da poter chiamare famiglia.

TUTTI abbiamo bisogno di una famiglia! A 42 anni anch’io sento ancora bisogno della mia mamma. Voglio andare dalla mia famiglia per natale, voglio qualcuno che si interessi a me, che mi chieda se ho preso le vitamine o che ha sempre un posto a tavola pronto per me. Non ne abbiamo bisogno tutti? La differenze è che io e VOI abbiamo avuto tutto questo e a volte lo diamo per scontato. Questi bambini vogliono e hanno bisogno di una famiglia, non è quindi, a mio parere, il luogo a creare traumi irreparabili ma il TEMPO.  

 

Una volta entrati in famiglia i bambini possono iniziare un percorso che non è uguale per tutti ma che per tutti porta a prendere coscienza della propria “situazione” e ad elaborare dei sentimenti anche rispetto alla propria famiglia di origine.

 

Io non mi sono mai domandata il perché mia madre mi abbia lasciata quel giorno. Ne sono grata. Questo è il sentimento che provo IO. C’è stato il tempo in cui molti dicevano che i figli adottivi NON avrebbero dovuto sentirsi riconoscenti ma per ME questa è la parola più adatta per descrivere i miei sentimenti rispetto la mia “situazione”.

La mia famiglia nasce con l’adozione dove il MIO amore e la mia vita hanno avuto inizio. Alcuni adottati sentiranno sempre la sensazione di “perdita” della loro famiglia biologica o della vita che avrebbero potuto vivere e scelgono di non essere “grati”. Per me è questione di prerogative. Ma ancora una volta voglio sottolineare che questa è solo la MIA OPINIONE.

 

Alcuni figli adottivi hanno la vera necessità di trovare i loro genitori biologici per trovare una “chiusura” o forse un nuovo inizio, ma non tutti!

 

Non posso parlare per tutti i figli adottivi. Posso solo raccontarmi. Io non ho mai incontrato (dopo l’adozione) mia madre (bio) e non ho mai veramente considerato l’opzione di cercarla. Questa sembra essere una delle cose più interessanti per chi mi chiede della mia storia adottiva. Sono stata curiosa, ma non ho mai avuto il “prurito” di cercare le mie origini. Spero che mia madre sia in pace con se stessa e che sia felice. Ho conosciuto altri adottati che cercavano i loro genitori biologici ricerca generata da un bisogno sincero di creare un legame. Siamo autorizzati a provare qualsiasi sentimento sulla nostra adozione. Non possiamo essere messi in una scatola, gli adottati sono individui e tutti abbiamo i nostri pensieri e sentimenti.

 

Il perché alcuni sentano la necessità e altri no è cosa assolutamente soggettiva, la ricerca delle origini non è assolutamente sintomo di insoddisfazione come non è detto che chi non ricerchi i propri legami di sangue sia totalmente in pace con se stesso. Ciò che credo sia essenziale è fare sempre quello che ci si sente, spesso si ha paura di ferire i genitori adottivi e quindi si posticipa o si vive con un desiderio represso. Questo è ciò che credo sia da evitare.

 

A volte i genitori adottivi, in un modo del tutto incosciente, fanno trapelare delle insicurezze che però i bambini percepiscono. Succede ancora (per fortuna sempre più raramente) che si tenga nascosto per troppo tempo il percorso adottivo o che si omettano passaggi importanti della vita dei bambini pensando così di proteggerli.

 

E’ essenziale che l’adozione non venga tenuta segreta, non deve essere qualcosa di cui ci si vergogna!

 

Con i giusti tempi e nei giusti modi è necessario non avere alcun segreto con i figli per due ragioni: le bugie hanno le gambe corte (prima o poi la verità trapela e se non siete voi a rivelarla è molto peggio) e i bambini capiscono tutto fin da piccoli, se ci sono domande che vi imbarazzano o vi spaventano loro lo capiscono e cresceranno con il timore di farvi de male.

 

E’ proprio perché non è mai stato un segreto e proprio perché nessuno nella mia famiglia si è vergognato che per ME non è mai stato un problema. Ho SEMPRE saputo di essere stata adottata. Non è nulla di più del modo in cui sono entrata a far parte della mia famiglia. Se lo sai da sempre allora è solo un mezzo. Non ho mai avuto la sensazione che ci fossero segreti. Per me è assolutamente normale com’è normale avere un ombelico, è sempre stato li.

Se diventi genitore attraverso l’adozione, DILLO A TUO FIGLIO DA SUBITO!!!! Sii onesto e lascia sempre la porta della comunicazione aperta. Ricorda, se sei genitore adottivo hai una grossa responsabilità, devi far sì che i tuoi figli siano ciò che sono e gli amici e i conoscenti devono capire che non sempre possono saper ogni dettaglio ma i figli SI.

 

Se si rende il fatto di essere adotti il più naturale possibile viene da se che la famiglia e il modo che vi circonda considererà il percorso adottivo naturale.

 

E’ essenziale smettere di considerare l’adozione come un “etichetta” Qualche adottato dice “io SONO adottato” ed altri dicono “io SONO STATO adotto”, In entrambi i casi noi SIAMO ma siamo anche mille altre cose. Io non indosso un cartellino con scritto “CIAO MI CHIAMO MADELEINE e SONO UN ADOTTATA”. Voglio che voi sappiate che io SONO adottata ma sono anche mille altre cose che mi definiscono meglio. L’adozione è solo UNA PARTE della mia storia, come dovrebbe esserlo per tutti i bambini adottati.

Far capire questo aiuta anche ad elaborare la propria situazione. Quindi vi prego non rivolgetevi MAI ad un bambino che è stato adottato come “IL bambino adottato”. Lui o lei è un bambino. Nella sua mente al momento c’è un cowboy o una ballerina. Quando cresceranno saranno dottori, insegnanti, genitori, amici dei cani o tifosi di calcio, lasciate che essi siano anche l’altro milione di cose che possono essere oltre ad essere adottati. Questo li aiuterà a riconciliarsi con la parte di storia che può essere più scura e a farli crescere comunque più forti anche grazie a quel pezzo di loro.

 

Credo che la gente faccia dell’adozione un argomento più serio di quello che in realtà è. Quando stavo crescendo per me era semplicemente un dato di fatto. Festeggiavo il giorno della mia adozione ogni anno ed era un giorno di festa punto! Sapevo che mia mamma sarebbe stata li se ne avessi avuto bisogno rispondendo alle mie domande in modo onesto e sincero non è mai stato necessario farne una grande storia era lì, semplicemente!

Non era scontato che, essendo stata adottata, avrei dovuto soffrire di un numero imprecisato di malesseri dovuti alla mia “situazione”. Ero semplicemente una bambina normale. Credo che certi genitori adottivi abbiano difficoltà a capire questo. Se sei un genitore adottivo ASCOLTA TUO FIGLIO perché in fin dei conti di tutte le voci che senti sull’adozione la sua è la più importante. Lascia tuo figlio essere la tua guida.

Spesso mi hanno chiesto cosa penso della mia vera famiglia e sono certa che Vero non è la definizione di biologico! Mia mamma è la mia VERA mamma. Ha asciugato le mie lacrime mi ha aiutata con i compiti di matematica mi ha comprato l’abito per il mio primo appuntamento mi è corsa incontro quando sono caduta dalla bici e mi ha rialzata. Mi ha ascoltata quando le piangevo addosso i miei sciocchi problemi adolescenziali e mi ha amata sopra ad ogni cosa anche sopra la biologia. Le mamma di cuore SONO MAMMA VERE, i papà di cuore SONO PAPA’ VERI, la verità è fatta di amore non di DNA. Quindi della mia vera VERA famiglia penso che sia la migliore che potesse capitarmi e che dopo tutto siamo stati fortunati nel trovarci!

 

L’adozione NON è la seconda miglior STRADA per avere una famiglia. È solo un’altra VIA

 

Non tutti coloro che adottano sono sterili. Ve lo assicuro, io sono adottata mia sorella no. Non mi sono mai sentita in difetto, mia mamma non era meno mamma e io non ero meno figlia. Non sono stata meno rompi palle in adolescenza e non meno dolce e amorevole da adulta. Mia mamma non è stata meno presente e si sarebbe fatta uccidere per entrambe le sue figlie. Il tempo, l’amore, le attenzione sono sempre state le STESSE, io non sono la numero 2.

 

L’adozione è basata sul dolore di un genitore biologico. Dolore che lo ha portato a lasciare il proprio figlio! E’ basata sul trauma di un bambino che sa e ha vissuto cose che un bambino non dovrebbe sapere e vivere. La povertà la perdita la vita in altri paesi. Queste ferite non sono causate dall’adozione, l’adozione spesso è la soluzione migliore a problemi molto difficili.

 

Bhe per concludere se senti di qualcuno che è stato adottato o che ha adottato o se lo riconosci perché decisamente non assomiglia a nessuno della sua famiglia sappi che molti degli stereotipi sull’adozione non sono veri. Che non usciamo fuori da un film in TV, sappi che noi siamo individui e che non tutti ci sentiamo allo stesso modo. Siamo tutti REALI con FAMIGLIE REALI e c’è molto di più che devi sapere su noi oltre al fatto che siamo adottati. Ah, genitori, amate i vostri figli e andate incontro alle loro necessità che siano esse legate all’adozione o meno, perché questo è quello che fanno i genitori.

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Libera traduzione del blog di Madeleine Melcher autrice di libri, blogger, mamma, donna e figlia (adottiva).

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