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Oggi guardo mia figlia a distanza di quasi tre anni dal nostro incontro e tutto mi sembra ancora un grande miracolo, quel che infatti lei è.  La guardiamo vivere e crescere, con i suoi quasi  8 anni che porta con grande forza per quello che ha vissuto e per ciò che ora consapevolmente e con gioia sta conquistando giorno per giorno. E allora mi commuovo a ripensare a noi due, mamma e papà, alla fatica di anni di attesa che ora sono un lontano ricordo. Io non ho provato i dolori del parto, ma di sicuro il mio cuore ha sofferto molto, a volte la testa sembrava impazzire, faceva male tutto. L’attesa è stata dura, dal nostro matrimonio abbiamo dovuto attendere tre anni per consegnare i documenti in tribunale … meraviglioso passare il tempo a fare documenti etc… perché ogni cosa ci avvicinava a te e non era un peso affatto.

 

Era l’Aprile del 2007. L’idoneità ci fu data a giugno 2008 e a ottobre demmo mandato al nostro ente che ci abbinò al paese.

 

Il paese scelto per noi era la Mongolia e la immaginavamo con gli occhi a mandorla e la pelle olivastra. E la abbiamo immaginata così per quattro lunghissimi anni finché a giugno 2012 ci dissero che la Mongolia ci aveva chiuso le porte e la vita ancora continuava a separarci da lei.

 

Ma i bambini non sono una conquista , sono  un dono e come tale la abbiamo ancora cercata e attesa, cambiando paese, rifacendo tutti  i documenti, attendendo una sua foto.

 

Quella foto quanto l’abbiamo sognata, la chiamata, la grande notizia, le nostre reazioni. Il 1 ottobre 2012 ci convocarono in sede per un incontro urgente, alle ore 18:18 di quel meraviglioso lunedì tu hai preso forma, figlia mia, la tua foto, tre righe di scarse notizie. Questo dono ce l’ha voluto fare uno dei paesi più martoriati dalla guerra, il villaggio di Goma nella Repubblica Democratica del Congo, Africa. Ora tu c’eri nei nostri cuori, nei pensieri, tutta la famiglia ne gioiva. Ho dato sfogo al mio essere, comprando vestiti, libri ,giochi, … poi poco prima di Natale … ancora guerra e per giorni non avemmo tue notizie … primo rallentamento …. ad Aprile eravamo a Roma a fare i visti a 5 giorni dalla partenza quando ci dissero che non potevamo più partire, altro secondo blocco … sembrava infinito. Il 18 giugno ,era martedì ,ero al lavoro e una telefonata di papà rotta in un pianto , mi ha fatto capire che presto ti avremmo abbracciata e stavolta partimmo, dopo due giorni eravamo sull’aereo che ci portava a te e sabato 22 giugno 2013 a Kinshasa ci siamo visti, abbracciati e lasciati mai più.

 

E in quel tuo urlo” mammmaaaaaa” tutto ha avuto un senso, hai saputo darci l’amore che ci mancava, affidandoti a noi completamente e la nostra vita ora è splendida, con la consapevolezza che, perché vada sempre meglio ci vuole lavoro e impegno, tra marito e moglie, tra mamma e papà, tra noi e te, e come ci siamo ripromessi amore eterno dodici anni fa così ti abbiamo promesso tutto il nostro eterno amore in quell’abbraccio. Se mi chiedessero di tornare indietro e ripercorrere tutto il cammino, di rivivere quei 6 anni due mesi e 3 giorni, lo farei per rigodere di ogni emozione. Spero che molti sposi abbiano la tenacia di resistere e lottare perché il dono di cui si beneficia nel bene e nel male è miracolosamente splendido, tu sei il nostro  dono e a te continuiamo a donarci,  a te e a tuo fratello/sorella che speriamo presto di abbracciare.

 

Mamma Consuelo.

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