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La mia storia per voi con il Cuore ❤️

Ho pochi ricordi della mia pre infanzia . Sono tutti piuttosto vaghi ma assolutamente positivi . Nessun ricordo da impormi un trauma , di quelli che cresci con il cuore spezzato.

 

Sono stata una bambina felice e con tantissima voglia di amare e di essere amata. Ho conosciuto i miei genitori mentre stavo ospite dalle suore di Dolo , in un grande istituto con un giardino attorno che a quegli anni io paragonavo ad un immensa area verde con i giochi e la sabbia.

 

Non ho ricordi precisi , ricostruisco immagini e colori come se stessi realizzando un grande puzzle, con alcuni inevitabili pezzi perduti. Ho passato degli anni felici, assieme ad una madre ed un padre che mi hanno amata immediatamente dal primo nostro incontro.

 

Ecco non ricordo l'emozione del primo incontro con i miei genitori, ma ricordo la loro totale dedizione nei miei confronti e l'affetto totale che provavano per me.

 

Ricordo mia nonna , che nel mio futuro avrebbe avuto un'importanza incredibile, un legame di amore ed odio, forse rivalità. Ancora oggi non so spiegare come mai avessi instaurato un rapporto così conflittuale, ma ricorderò sempre le parole della lettera che le ho messo tra le mani nel giorno del suo funerale . Un'esplosione di sentimenti, di amore di dolcezza, gratitudine ed il dispiacere profondo nel non aver mai esposto il mio volerle bene per paura di non essere capita e contraccambiata. Ora se ci penso, mi viene solo rabbia. Come potevo solo immaginare di non essere amata da una nonna che aveva accolto a braccia aperte il desiderio di mia madre, sua figlia,  di fare domanda di adozione.

 

Quando si è giovani spesso si è troppo presi da se per non riconoscere le sfumature nell'amore, ma non solo, credo che la mia continua necessità di conferme dipendesse da una serie di cose scatenate con l'abbandono.

 

Ho dovuto aspettare parecchi anni prima che questo mio stesso pensiero fosse formulato da uno psicologo.  "Le conferme e la continua incertezza di ciò che riserva il futuro di una persona che nei primi tre anni di vita ha dovuto fronteggiare un abbandono" Spesso, si immagina che gli orfanotrofi siano posti, di aggregazione di bambini ed adolescenti non ancora maggiorenni che si trovano la così, quasi per caso ed invece non si comprende davvero quella meccanica infernale che si nasconde dietro alla stessa parola abbandono. Spesso a questa parola si aggiungono le parole Abuso e violenza. Un bimbo abbandonato, non è solo stato privato del imprinting materno, importante pilastro delle stabilità emotive della crescita, ma ha anche subito un grave torto e dovrà vivere sempre nel dubbio dei sentimenti altrui.

 

Nel mio caso, ho sempre desiderato essere circondata da amici e persone per far fronte a quella dannata sensazione di trovarmi sola. Poi negli anni, e collezionando tante brutte conoscenze, ho maturato lo stesso desiderio, facendolo diventare un puro e semplice desiderio di appartenenza allo stesso mondo degli altri. Perché secondo me ci si sente sempre un po esclusi dai giochi.

 

Trent'anni fa poi c'erano delle manie che rendevano questo inserimento alla vita normale davvero più difficile. Andava di moda il book fotografico dei primi istanti di vita. Documentazione che non ho mai avuto, ma ogni caso è personale, per certi versi non ne ho mai sentito la mancanza e di conseguenza la necessità. So che i miei genitori hanno lavorato moltissimo per offrirmi ogni sicurezza emotiva. È così sono cresciuta, con due pilastri, loro, fondamentali .

 

Che importanza potevano avere i legami di sangue messi a confronto con il rapporto che stavamo costruendo noi tre? 

 

Tutto scorreva nel modo più normale possibile, le mie prime abitudini, il distacco dall'istituto, l'arrivo nella casa che sarebbe stata mia, la mia camera, i miei spazzi i miei affetti. Comprendere il valore inestimabile della condivisione in un luogo dove non sei mai stata la prima della lista (perché oltre a te c'erano altri bambini bisognosi di attenzioni) per poi comprendere il valore inestimabile di appartenenza .

 

E sono insegnamenti che ci si porta tutta la vita appresso. La sensazione è più o meno quando dal gelataio vedi che vengono serviti tutti, manchi solo tu e ed ad un tratto ti porgono il gelato, solo tuo! Quella famiglia era solo per me. Un'intero gruppo di adulti pronti per esserci, per amarmi.

 

Per me è fondamentale ora che ho 35 anni e sono mamma infondere alla mia Emma la sicurezza e la certezza di avere un pilastro portante fondamentale, e che con suo padre noi la guideremo nella sua meravigliosa vita.

 

A volte si pensa alla vita come dei cicli che si ripetono e delle situazioni che devono iniziare e finire ad un certo punto.

La mia storia di bimba adottata nasce in istituto che avevo 9 mesi . E si conclude metaforicamente quando mia figlia ha compiuto due anni e nove mesi . I miei primi tre anni di vita in assenza di amore materno è paterno, sono stati per così dire esorcizzati nei primi tre di mia figlia .

Nel 2013 è mancato mio padre ed ha creato una lacerazione nel mio cuore e nella mia vita incredibile, Emma aveva due anni e nove mesi .

Ho sempre pensato che qualcuno sopra di noi avesse deciso di regalare a mio papà i miei primi anni di vita, attraverso quelli di Emma . Il rapporto costruito negli anni, con i conflitti tipici di alcune tappe della crescita, è stato così ben sviluppato da non farmi mai sentire la necessità di sapere cosa fosse il passato . Le mie origini non mi sono mai interessate perché io sono sempre stata una bambina felice e di conseguenza molto soddisfatta. Sono stata una privilegiata, ho potuto crescere sin dai primi mesi in una struttura dove suore amorevoli si sono prese cura di me e del mio breve passato di tristezza.

 

Ora mi chiedo spesso come si possa mercificare così l'adozione, negli ultimi mesi se ne è parlato tanto. I bimbi abbandonati hanno bisogno di amore e di nient'altro . E si deve rispettare la loro personale storia.

 

Qualche giorno fa ho deciso di andare nel l'orfanotrofio ora chiamato casa nostra famiglia, per provare quelle emozioni che mi mancavano nel guardare il mio passato, volevo ringraziare le suore che mi hanno accolta molti anni prima, e visitare i luoghi della mia prima infanzia.

È stato un tuffo al cuore non sofferto , molto sereno . È successo la che sono stata accolta, è successo la che ho imparato a camminare, è successo la che ho imparato ad essere nel mondo. Unico rammarico non aver potuto riconoscere le suore, che nonostante tutto mi hanno accolta con infinito amore.

 

Io sono un esempio di quanto possa essere bella la storia di un abbandono, ma ci sono casi tremendi di cuccioli umani maltrattati abusati, dilaniati nella loro condizione precaria.

Solo pochi giorni fa ho sentito la storia di una bimba cieca , violentata più volte dal padre biologico e chiaramente sottratta dai servizi sociali a questo terribile destino .

E penso con rabbia profonda al Fetilityday, che sberla pazzesca per chi cerca un figlio per chi lo desidera ma non arriva. E poi che smacco per questi bimbi abbandonati il dover far fronte nella propria vita in una società con una mentalità simile. Mentalità poi che non si concilia affatto con le domande di adozione ed affido aumentando ancora di più quelle differenze che esistono tra figli naturali e figli adottivi.

Ponendo sotto altri punti di vista la questione , come se esistessero bimbi di categoria A e bimbi di categoria B . E allora mi viene spontaneo dire questo ... Tutti i bambini sono uguali e nascono da genitori naturali . Ma se i genitori naturali non sono esattamente "buoni"?! Allora i bimbi messi in istituto diventano di categoria B.

Quante volte ho pensato a questa enorme sciocchezza , figlia di bassa cultura e pochissima sensibilità . I figli sono figli . Punto . Io , non smetterò mai di ringraziare la mia mamma ed il mio papà per la scelta complessa dell'adozione e guardò con ammirazione le giovani coppie che intraprendono questa difficile strada ricca di imprevisti e probabilità . A nome di molto come me grazie di cuore . Con il vostro gesto donate e create la vita al pari di chiunque altro .

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